La IX edizione del Premio FiuggiStoria 2018, che si terrà martedì 4 dicembre prossimo a Roma presso la Biblioteca Centrale dell’Esercito di Via XX Settembre, è dedicata alla figura e all’opera dello storico Giuseppe Galasso, scomparso nel febbraio scorso all’età di 88 anni.
Giornalista, politico, docente universitario e studioso del Regno di Napoli, fu l’erede più fedele e certamente uno degli interpreti più acuti del pensiero storicista di Benedetto Croce. Da ricordare che fu tra gli artefici principali della riscoperta di Croce, curando per Adelphi la nuova edizione delle opere del filosofo idealista, sul quale aveva ripubblicato con Laterza, nel 2002, il fondamentale saggio Croce e lo spirito del suo tempo.
Un autentico gentiluomo meridionale che, come ha osservato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio di cordoglio, alla solida e vastissima cultura sapeva “unire una ricca umanità e una incrollabile passione civile”.
Ragazzo dalla vita difficile, era nato a Napoli il 19 novembre 1929, figliolo di un artigiano. Orfano di madre nel 1941 aveva fatto un pò di tutto, anche lo sguattero e il facchino, per aiutare a mandare avanti la famiglia. L’intenso amore per la lettura, maturato precocemente, ne aveva poi indirizzato il percorso. Si era laureato in Storia medievale e nel 1953 aveva vinto una borsa al crociano Istituto italiano di studi storici, del quale era divenuto segretario nel 1956. La sua carriera accademica era stata rapida e brillante, tanto da caratterizzarlo già negli anni Sessanta come una figura emergente della storiografia dell’età medievale e moderna. In seguito, dal 1972 al 1979, era stato preside della facoltà di Lettere e filosofia all’Università Federico II di Napoli, poi tra il 1978 e il 1983 presidente della Biennale di Venezia.
Al lavoro d’insegnamento e ricerca Galasso aveva abbinato l’attività politica affiancando Francesco Compagna nella rivista “Nord e Sud”, la voce più colta e aggiornata del meridionalismo liberaldemocratico, e aveva intrapreso un confronto serrato con la sinistra comunista, di cui è testimonianza il dialogo con Gerardo Chiaromonte raccolto nel libro sui problemi del Sud L’Italia dimezzata(Laterza, 1979). Consigliere comunale del Partito repubblicano, Galasso era stato eletto sindaco di Napoli nel 1975, ma aveva dovuto rinunciare all’incarico nell’impossibilità di trovare un accordo tra i partiti per formare la giunta.
Nel 1983 venne eletto deputato nelle liste del Partito Repubblicano, fu sottosegretario ai Beni culturali nel governo guidato da Bettino Craxi distinguendosi per il suo impegno a favore dell’ambiente tanto da far approvare nel 1985 la prima legge organica a tutela del paesaggio. Fu sottosegretario anche nei governi De Mita e Andreotti interessandosi del Mezzogiorno. Con il crollo della Prima Repubblica, nel 1994, ritornò ai suoi mai abbandonati studi, aggiornando i suoi libri e producendone di nuovi sul Risorgimento, sull’identità italiana, sulle diverse tappe della storiografia.
Per non dimenticarlo restano i suoi lavori: Storici italiani del Novecento (Il Mulino, 2008), Prima lezione di storia moderna (Laterza, 2008), i cinque volumi de L’Italia nuova (Edizioni di Storia e Letteratura, 2011-2012), La Calabria spagnola (Rubbettino, 2012), il saggio Liberalismo e democrazia (Salerno, 2013) e la sua Storia della storiografia italiana uscita nel 2017 per i tipi di Laterza.