Concerto in occasione della Giornata della Memoria: “Musica degenerata”

Concerto in occasione della Giornata della Memoria: “Musica degenerata”

Un evento promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni, presso Casa di Goethe Museum di Roma (martedì 28 gennaio, ore 19). Musiche di Gustav Mahler, Ilse Weber e Robert Kahn, eseguite da docenti ed allievi del Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma.

Tracciare un’identità chiara di quella che venne definita “Entartete Musik” (Musica degenerata), oggetto degli attacchi dei nazisti, è piuttosto indefinibile. Gli attacchi dei nazisti si rivolgevano contro tutta la musica che essi ritenevano non appartenere alla più profonda cultura musicale tedesca, da essi presupposta “pura” e incontaminata da qualunque altra influenza. Il sistema repressivo che aveva adottato nei confronti di artisti ebrei (ma non esclusivamente), ha messo a tacere due generazioni di compositori.

La modernità che, apparentemente aveva destabilizzato la società tedesca del Novecento, era stata la ragione per cui il Reich aveva armato la politica razzista, poiché le tendenze musicali innovative erano un presagio di degenerazione sociale. Eppure, se ci soffermiamo a pensare sul concetto di arte che propugnava il Reich, esso aveva dei punti di contatto con ciò che veniva promulgato in quel periodo: basti pensare alla musica di Kahn e di Mahler. Le loro composizioni, inserite nel programma della serata, in forma classica e dal sapore tardo romantico, non si distaccavano sia per il carattere che per le armonie da quelle di Brahms, Wagner o Strauss. Non si può annullare l’ingiustizia che hanno subito questi compositori, ma si può far loro omaggio, nella modalità più importante per la loro arte: riprodurre la loro musica e divulgarla. Mantenendola viva, insieme a quella delle altre vittime del totalitarismo, neghiamo ai regimi del passato una vittoria postuma.


PROGRAMMA

Gustav Mahler
Quartettsatz (1876)
Liliana Bernardi, violino (docente del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma)
Michela Marchiana, viola (allieva della classe di viola del M° Sanzò)
Marco Osbat, violoncello (allievo della classe di violoncello del M° Chiapperino)
Marina Cesarale, pianoforte (pianista accompagnatore del Conservatorio Musica Santa Cecilia Roma)

Ilse Weber
Fünf Lieder für Singstimme und Klavier
Miriam Fußeder, soprano (allieva della classe di musica da camera del M° Ferrara)
Marina Cesarale, pianoforte (pianista accompagnatore del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma

Robert Kahn
Jungbrunnen Op. 46 per voce, violino, violoncello e pianoforte
Miriam Fußeder, soprano (allieva della classe di musica da Camera del M° Ferrara)
Liliana Bernardi, violino (docente del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma)
Luca Peverini, violoncello (1°Violoncello dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma)
Marina Cesarale, pianoforte (pianista accompagnatore del Conservatorio di Musica Santa Cecilia Roma)

Pur trattandosi di un lavoro giovanile di Gustav Mahler (1860 – 1911), frutto di un solo anno di studi di composizione, il Quartettsatz rivela una notevole padronanza di tecniche compositive. L’impianto di forma-sonata e l’interessante scrittura pianistica dimostrano la confidenza di Mahler col grande repertorio per pianoforte, da Beethoven a Schubert, Chopin, Schumann e Brahms.

Per quanto riguarda Ilse Weber (1903-944) fanciulla prodigio, deportata prima a Theresienstadt e poi ad Auschwitz, dove morì, componeva filastrocche, ninne nanne e poesie, che le erano state di grande conforto da ragazza dopo la morte del padre. Approfittando del tempo a disposizione che aveva a Theresienstadt, durante la guardia notturna e dopo il lavoro, Weber creò un piccolo spazio per sé e per gli altri, nel quale scrisse circa sessanta poesie durante la sua prigionia, tutte in tedesco. Molte di queste sono state musicate, accompagnandosi con la chitarra e utilizzando melodie e immagini “ingannevolmente semplici” per descrivere gli orrori a cui lei e i suoi compagni di detenzione avevano assistito, la natura primitiva del loro ambiente quotidiano e l’importanza di mantenere viva la musica nonostante tutto.

Jungbrunnen di Robert Kahn (1865 – 1951) è una serie di canzoni tratte dall’omonima raccolta di poesie del poeta tedesco Paul Heyse. La musica è in stile tardo-romantico ed è un ottimo esempio della padronanza di Kahn dell’integrazione degli strumenti con la voce. Kahn ebbe modo di conoscere Brahms, che lo aiutò in modo informale e, sebbene la sua opera mostri, in qualche misura, la sua influenza, Kahn è un compositore eclettico e indipendente la cui musica ha una propria originalità. Robert Kahn, che insegnava a Berlino e faceva parte dell’Accademia delle Arti di Prussia, emigrò in Inghilterra nel 1939, perché il regime nazionalsocialista aveva vietato la pubblicazione e l’esecuzione della sua musica.